
Carlo Caprarella PRESIDENTE Michele Rocco Caprarella SEGRETARIO Nicola Marmugi CONSIGLIERE
La Nostra Famiglia
La storia della famiglia Caprarella ha origine a Melfi, nella splendida terra di Basilicata. È il 1955 quando, all’ombra del castello medievale di Federico II di Svevia, si celebra il matrimonio fra Carlo e Gelsomina: la prima pietra della nostra storia.
Carlo viene proprio da Melfi, è agricoltore da sempre e possiede un piccolo terreno; Gelsomina, invece, è originaria di Aquilonia (in provincia di Avellino), anche lei di famiglia contadina.
Dopo il matrimonio iniziano a lavorare assieme, coltivando la terra e vendendone i frutti la mattina al mercato del paese.
Il primo figlio, Pasquale, arriva nel 1957: a lui seguiranno Antonio, Giuseppe (in arte Pino), Rocco, Roberto ed Ernesto.
Mentre crescono e vanno a scuola, i sei ragazzi aiutano i genitori col lavoro: ancora oggi, ognuno dei fratelli ricorda sognante quei momenti fra i campi, intenti ad imparare ad amare la terra e apprezzarne i frutti.
Il primo ad abbandonare il paese per cercare fortuna al nord è Pasquale, che arriva a Firenze nel 1974 e mette le basi per farsi raggiungere dagli altri.
Pino e Rocco seguono in breve tempo il primogenito e fin da subito trovano la loro dimensione nel settore della ristorazione. La gavetta inizia nel ristorante Villa Vecchia, a Pratolino, dove esplorano sia il servizio di sala che i duri e gratificanti ritmi della cucina.
Roberto ed Ernesto raggiungono gli altri tre, e i Caprarella si ritrovano tutti a collaborare nello stesso ristorante: l’intesa professionale fra i fratelli, nata già ai tempi della vita contadina, ne esce confermata e rafforzata.
Nel frattempo si iniziano a celebrare i primi matrimoni, cui in brevissimo tempo segue l’arrivo della nuova generazione dei Caprarella.
Nel 1987 Pino decide di compiere il grande passo e, assieme ai suoi amici fraterni Saverio Madeo, Antonio Zianni e Michele Maggio acquista la storica trattoria Bordino, nelle immediate vicinanze del Ponte Vecchio.
I fratelli si riuniscono di nuovo nel 1991, quando decidono di fondare la società “Europa Service srl”: è l’inizio dell’ascesa nel mondo della ristorazione fiorentina. Pochi soldi, tanto coraggio e molta voglia di fare saranno la formula del loro successo.
Il primo ristorante acquistato è la Grotta Guelfa, che da ben ventotto anni serve un’ottima cucina toscana ai piedi del Palagio di Parte Guelfa, in pieno centro storico.
Intanto, anche gli ultimi membri della famiglia raggiungono il capoluogo toscano: a Firenze arrivano nonna Gelsomina e Antonio, che inizia subito a lavorare in Europa Service.
I fratelli Caprarella, spinti dal successo della Grotta Guelfa, acquisiscono altri due locali: il Caffè Latino e la Trattoria Anita.
E’ il 1995 quando l’Europa Service si allarga ancora, con l’acquisto dello storico ristorante “I quattro amici”, una fra le insegne più famose nella Firenze di quegli anni. I grandi spazi da cui è composto il locale danno un’ambiziosa idea ai fratelli: creare due ristoranti, affiancando alla tradizione di pesce de I quattro amici l’innovazione di un nuovo marchio, che punti ad una cucina tradizionale ma ringiovanita. Così, nel 1999, dalla Sala Margherita de I quattro amici nasce Il Portale: il nome deriva dallo splendido affresco che viene disegnato all’ingresso del ristorante e che rappresenta un arco affacciato sulla campagna toscana. In quelle pennellate si legge tutto l’amore e la gratitudine per la terra che ha ospitato e fatto la fortuna dei sei.
In entrambi i locali la pasta fresca viene affidata all’esperienza di nonna Gelsomina, che diventa il motore trainante della cucina.
Soddisfatto dell’esperienza fiorentina, Antonio decide di ritornare nella sua Melfi, mettendo a frutto quanto appreso assieme ai suoi fratelli per aprire un ristorante nella città natale.
La voglia di fare dei cinque fratelli rimasti a Firenze non si ferma: anzi decidono di esplorare il settore in lungo e in largo, confrontandosi anche col mondo fieristico e con i servizi di ristorazione di ippodromi e piscine.
Nel 2009 è il momento di aprire un altro locale, la Trattoria dell’Oste. L’idea è di Pino, che da sempre si considera non solo un semplice ristoratore ma, appunto, un oste: “I miei clienti sono come ospiti in casa mia, che mi pagano anche! E’ un mio dovere farli stare bene!”.
Seguono altri locali (il Vecchio Mercato, nella storica piazza del mercato centrale, il Pruneto, con la sua splendida terrazza sui colli toscani e Da Pescatore, nato dalla collaborazione con l’omonimo chef), mentre la famiglia si allarga e la terza generazione inizia a seguire i passi dei padri, sottoponendosi alla rigorosa gavetta che i sei fratelli hanno sperimentato in prima persona.
Il salto di qualità, il passaggio da importante azienda familiare a vera e propria realtà imprenditoriale, avviene nel 2015. Nonostante la difficoltà e l’ambiziosità del progetto, i fratelli mettono a nuovo la vecchia zona biglietteria all’interno della Stazione di Santa Maria Novella e aprono il ristorante Fratelli Cuore: un progetto di riqualificazione urbana che restituisce un bellissimo spazio alla vita cittadina. Il nome è ovviamente un’ode all’amore dell’intera famiglia per l’arte dell’ospitalità. L’attenzione per la qualità dell’offerta ha portato il ristorante a ricevere nel 2018 tre spicchi Gamberi Rosso per l’ottima pizza proposta.
Infine nel 2016 si realizza il personale sogno di Pino che, fin da ragazzo, quando girava per il Piazzale Michelangelo alzava gli occhi verso la Loggia, pensando che un giorno sarebbe stata sua.
E così è andata: l’ultimo ingresso fra i locali Caprarella è proprio lo storico Caffè Ristorante La Loggia, che dal 1876 domina tutta Firenze dall’alto del Piazzale. Ancora una volta, lo scopo è quello di restituire alla città un luogo pieno di storia e vita culturale.
Mamma Gelsomina è ormai bisnonna, ma l’entusiasmo dei fratelli Caprarella è ancora quella dei ragazzi che, ormai quarant’anni fa, arrivavano a Firenze col loro carico di speranze e voglia di fare. Entusiasmo che hanno trasmesso ai loro figli, impegnati oggi ad onorare il percorso che hanno tracciato avanti a loro i sei ragazzi di Melfi.